L’energia nucleare è una soluzione ai problemi energetici dell’Italia?

Team Will Media
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Dopo 11 anni dal referendum sulle centrali di energia nucleare in Italia, il dibattito continua: il 33% dei cittadini oggi si dichiara a favore

Il dibattito sul nucleare non si è mai spento. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, poi, nel mondo la questione si è riaccesa ovunque – anche nel Parlamento italiano.

Alla Camera, infatti, sono state discusse tre mozioni per chiedere al governo di riconsiderare – dopo le dovute verifiche di sicurezza e con il coinvolgimento della popolazione – lo sviluppo di centrali nucleari di nuova generazione, e di adottare iniziative per comprendere la produzione di energia atomica all’interno della politica energetica italiana.

Le forze politiche che le sostengono sottolineano che il nucleare potrebbe essere un alleato per raggiungere gli obiettivi europei di dimezzamento delle emissioni entro il 2030 e arrivare a emissioni nette zero entro il 2050. Del resto, gran parte dei grandi progetti di rinnovabili nel nostro Paese è ancora bloccato o in via di approvazione e per questo c’è chi vorrebbe spingere sul nucleare come possibile soluzione per abbandonare le fonti fossili e raggiungere gli obiettivi UE. I dati mostrano infatti che il nucleare è paragonabile alle fonti rinnovabili per quanto riguarda le emissioni a parità di energia prodotta.

In teoria, con un decreto il governo potrebbe avviare un nuovo programma nucleare, ma sembra difficile che si scelga di andare contro la volontà popolare. Per questo c’è chi propone un nuovo referendum. Nel frattempo, però, sono passati 11 anni e un sondaggio di SWG del 2021 ci mostra come il 33% degli italiani sia oggi favorevole all’utilizzo di questa tecnologia.

Le domande sul nucleare

Facciamo dunque un po’ di chiarezza sul nucleare.

  • Quanto pulita l’energia nucleare?

A parità di energia generata, il nucleare è la fonte che emette meno CO2. La materia prima fondamentale è l’uranio e durante la produzione l’unica emissione è di vapore acqueo, che non genera effetti significativi per l’ambiente.

Emissioni di CO2 per le diverse fonti energetiche
  • Quali sono i problemi delle scorie radioattive?

La maggior parte delle scorie nucleari è costituita dal combustibile esausto dei reattori, che contiene elementi radioattivi con tempi di decadimento fino a centinaia di migliaia di anni.

In 70 anni abbiamo prodotto 400 mila tonnellate di scorie, che sembra tanto ma è cento mila volte meno della CO2 che emettiamo ogni anno.

La questione principale riguarda dove stoccare le scorie: ad oggi l’unico impianto attivo è un deposito sotterraneo in Finlandia ma è difficile stabilire se questo tipo di soluzione sarà sicura tra dieci mila anni.

  • Puntare sul nucleare è conveniente?

Una volta costruito un impianto, produrre energia generata dal nucleare è in sé economico rispetto alla maggior parte delle fonti, ma gli impianti sono lunghi e costosi da realizzare e questo pesa sul costo complessivo.

I costi dell'energia nucleare
  • Quanto tempo ci vuole per costruire una centrale nucleare?

I tempi medi di costruzione e messa in funzione sono intorno ai 7 anni.

Spesso però i tempi si allungano a causa degli iter per individuare un sito idoneo e ottenere i permessi, arrivando a 15 anni per raggiungere una produzione a pieno ritmo

  • E la materia prima da dove arriva?

Il Kazakistan da solo produce il 41% dell’uranio. Gli altri maggiori produttori sono Canada e Australia.

Per produrre energia serve molto poco uranio: una centrale nucleare richiede 100 mila volte meno materia prima di un impianto a carbone. L’uranio va poi processato e 1 kg di uranio costa di più di 1 kg di carbone ma questo comunque non compensa il vantaggio dato dalla densità energetica dell’uranio.

  • Come si stanno muovendo sul nucleare gli altri Paesi europei?

🇩🇪 Germania: si è impegnata a spegnere le ultime tre centrali nucleari entro il 2022
🇧🇪 Belgio: vuole spegnere i 7 reattori rimasti entro il 2025, ma investirà 100 milioni di euro in ricerca per centrali più piccole
🇫🇷 Francia: con 56 reattori attivi è il maggior produttore europeo di energia nucleare e prevede la costruzione di 6 nuovi impianti entro il 2050

Mappa delle centrali nucleari in Europa
  • Cosa dice chi è pro o contro l’energia nucleare?

👍 Chi è a favore sostiene che:
– Il nucleare riduce la dipendenza dalle fonti fossili
– Le nuove tecnologie nucleari sono sicure
– Le emissioni di gas serra sono limitate

👎 Chi è contro sostiene che:
– Ci sono ancora dubbi sullo smaltimento delle scorie
– Gli incidenti sono impossibili da prevedere
– Non è conveniente dal punto di vista economico

Per approfondire ulteriormente il tema, abbiamo chiesto direttamente ad alcune persone cosa pensassero riguardo il nucleare nel nostro video ‘pro e contro’.

Il nucleare nel mondo

Era l’11 marzo 2011 quando un terremoto di magnitudo 9 provocò uno tsunami che si abbatté sul Giappone, causando quasi 16 mila morti, un guasto alla centrale nucleare di Fukushima e il maggiore disastro del Paese dai tempi della seconda guerra mondiale. Da allora, molti Paesi hanno utilizzato questo episodio per giustificare il loro ‘no’ alle centrali nucleari. Tra questi l’Italia.

Ma prima del 2011? Nell’aprile del 1959 ad Ispra (VA) è stato inaugurato il primo reattore nucleare in Italia. Il reattore Ispra-1, di tecnologia americana, era stato costruito dal Consiglio Nazionale Ricerche Nucleari e rappresentava l’ultima versione di una serie di reattori sviluppata da Enrico Fermi. Con una potenza di 5 MW, è stato il primo reattore nucleare di ricerca, utilizzato a fini di sperimentazione e non di produzione di energia, realizzato in Italia, in esercizio dal 1959 al 1973.⁣⁠ Non essendo più in funzione, nel marzo 2022 l’amministrazione locale ha dichiarato che, finalmente, l’impianto verrà smantellato e al suo posto ci sarà un prato verde, anche se ci vorranno 14 anni.

Nel frattempo, nel 2018 l’allora Presidente americano Donald Trump pronunciava queste parole «Questo è il peggior accordo della storia. Noi usciamo». La frase, pronunciata a sorpresa annunciava l’uscita dell’America dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA). Quell’accordo siglato appena tre anni prima tra l’Iran, l’Unione europea e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) e rappresentava il grande successo diplomatico del precedente presidente Obama. Il compromesso dell’accordo era semplice: l’Iran sospendeva il suo programma di arricchimento dell’uranio e in cambio, gli altri Paesi avrebbero sospeso le sanzioni economiche che erano in vigore nei confronti dell’Iran. ⁣⁠

Ad oggi, nonostante l’amministrazione Biden sostenga che il dialogo per rientrare nell’accordo sia ancora in piedi, lo stallo continua.

Le scorie nucleari

Una delle tematiche che accende il dibattito sul nucleare è lo smaltimento delle scorie radioattive. Proviamo a fare un po’ di chiarezza

  • Cosa sono i rifiuti radioattivi?

I rifiuti radioattivi si dividono solitamente in tre categorie:

  • a bassa attività
  • ad attività intermedia
  • ad alta attività

Le prime due categorie vengono prodotte anche da altre industrie, come quella medica, mentre la terza categoria riguarda le cosiddette “scorie nucleari

  • Di cosa sono fatte le scorie nucleari?

Le scorie nucleari sono costituite dal combustibile esausto dei reattori a fissione, e pertanto sono composte da una grossa percentuale di Uranio, 238 (93-95%), da piccole percentuali di Uranio 235, Plutonio 239 e altri elementi transuranici (2-3%) e dai prodotti derivati dalla fissione (3-5%)

  • Le scorie nucleari sono pericolose?

Sì: sia gli elementi transuranici sia alcuni dei prodotti di fissione sono estremamente tossici; inoltre, alcuni di questi elementi hanno tempi di decadimento estremamente lenti (fino a centinaia di migliaia di anni)

  • Quante scorie nucleari ci sono nel mondo?

Poche. Nel 2014 l’Agenzia Internazionale Energia Atomica stimava che il totale delle scorie prodotte nel mondo in 60 anni fosse pari a 370.000 tonnellate, oltre centomila volte meno della CO2 che immettiamo in atmosfera ogni anno

  • Le scorie nucleari si possono stoccare o smaltire in sicurezza?

Sì, si tratta di rifiuti solidi ed estremamente compatti, che occupano poco spazio. Vengono solitamente vetrificati e poi cementificati, per evitare che possano verificarsi infiltrazioni d’acqua o che le emissioni radioattive fuoriescano, e poi custoditi in depositi di superficie

  •  Le scorie radioattive si possono riciclare?

Sì, attraverso particolari reattori nucleari, detti “reattori veloci”, si possono “bruciare” sia l’Uranio 238 sia gli elementi transuranici, lasciando come residuo solo i prodotti di fissione. Questi ultimi sono ancora radioattivi e pericolosi, ma impiegano molto meno tempo a decadere in forme stabili, e quindi richiedono di essere stoccati solo per qualche secolo.

  • Perché si fanno i depositi geologici, se le scorie si possono riciclare?

Per lo stesso motivo per cui ad oggi non ricicliamo i pannelli solari esausti: costa troppo. Se in futuro la tecnologia diventerà cost-effective non sarà più necessario pensare a depositi millenari

Il nucleare e la questione della tassonomia europea

Febbraio 2022 la Commissione Europea ha adottato il secondo atto delegato della Tassonomia europa per la finanza sostenibile, quello sull’inclusione di gas e nucleare come fonti di transizione.

Una decisione che aveva già attirato molte polemiche e accuse di greenwashing in quanto, in particolare per il gas, una fonte non “verde” viene inclusa come investimento sostenibile.

La Commissione Europea ha deciso di considerare gas e nucleare come investimenti sostenibili perché ritiene queste fonti indispensabili a ridurre le emissioni nel breve periodo e soddisfare il fabbisogno energetico senza petrolio e carbone, in attesa che le rinnovabili diventino più diffuse e le infrastrutture sviluppate sul territorio

  • Ma cos’è la Tassonomia UE per la finanza sostenibile?

È un sistema di classificazione che definisce quali attività sono sostenibili dal punto di vista ambientale, fornendo una guida per indirizzare i finanziamenti privati necessari per decarbonizzare l’economia e raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici europei

  • Chi ha scritto la Tassonomia?

Il regolamento è stato scritto dalla Piattaforma per la finanza sostenibile, un gruppo multidiscplinare di ONG, scienziati ed esperti di finanza che avevano inizialmente escluso gas e nucleare. La Commissione li ha aggiunti in un secondo momento sulla spinta di alcuni Paesi europei

  • A che condizioni gas e nucleare sono considerati sostenibili?

⛽ Gas: ogni nuova centrale deve stare sotto la soglia di 100g di CO2 equivalente per ogni kilowattora. Oppure deve rispettare una serie di limiti decisi dalla Commissione per poter essere costruita, tra cui garantire la riconversione completa alle rinnovabili entro il 2035

☢️ Nucleare: lo smaltimento a lungo termine delle scorie non deve causare danni significativi o a lungo termine all’ambiente. Il rispetto delle norme di sicurezza degli Stati membri dell’UE assicurerebbe già un alto livello di protezione secondo la Commissione

  • Che peso ha il nucleare nella produzione di elettricità dei vari Paesi europei?

% di energia elettrica prodotta dal nucleare
  • Che peso ha il gas in percentuale nella produzione di elettricità dei vari Paesi europei?

% di energia elettrica prodotta dal gas
  • Cosa ne pensa il settore finanziario della scelta di includere il gas nella Tassonomia?

La maggior parte degli attori finanziari si sono opposti alla scelta di includere il gas nella Tassonomia, affermando che la decisione non è basata sui pareri scientifici della Piattaforma per la finanza sostenibile. L’Institutional Investors Group on Climate Change, che comprende esperti delle maggiori istituzioni finanziarie, ha scritto alla Commissione per manifestare la sua contrarietà

  • Cosa succede ora?

La palla passa al Parlamento Europeo e al Consiglio dell’UE per un processo di valutazione che può durare fino a sei mesi. Il provvedimento potrebbe essere bocciato dal:

📌 Consiglio dell’UE con il voto di almeno 20 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione europea

📌 Parlamento europeo con il voto di almeno 353 eurodeputati

Per approfondire

Un recente articolo dell’Economist riguardo il nucleare nel conflitto Russia-Ucraina

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