Le emissioni di Internet

Quanto inquina Internet?

Team Will Media
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#sostenibilità

Considerando sia le infrastrutture che le nostre connessioni, Internet è responsabile di quasi il 4% delle emissioni di anidride carbonica globali

Nonostante lo sviluppo e l’innovazione delle apparecchiature tecnologiche, calcolare l’impatto del nostro uso di Internet sulle emissioni di anidride carbonica è particolarmente difficile.

Ciò nonostante, la società di consulenza Capgemini ha stimato l’impatto dei data center, nei quali vengono immagazzinati ed elaborati i dati di Internet e che sono responsabili dell’1% della domanda mondiale di energia.  In un recente report, la stessa azienda calcola che l’inquinamento provocato da questi magazzini genererebbe il 4% delle emissioni totali di CO2 nell’atmosfera.

Questi dati sono confermati dall’Agenzia internazionale dell’energia, secondo cui dal 2010 il numero di utenti che navigano e utilizzano Internet è raddoppiato e il traffico Internet globale è cresciuto di 15 volte.

Un dato simile è riportato anche dal think tank francese The Shift Project, che si occupa di transizione energetica, il quale calcolato che tenendo in conto sia le infrastrutture che le nostre connessioni, Internet sarebbe responsabile del 3,7% delle emissioni di anidride carbonica globali.

Secondo Mike Berners-Lee, ricercatore presso la Lancaster University, ogni mail inviata emette circa 4 grammi di C02, mentre quelle con un allegato, circa 50 grammi. Invece, un professionista medio produce 135 kg di CO2 l’anno soltanto inviando email, l’equivalente di più di 300 chilometri alla guida di un’auto familiare.

 

 

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Cosa stanno facendo le grandi aziende?

Le grandi aziende tecnologiche stanno lavorando per ridurre il proprio impatto: Apple punta a raggiungere l’obiettivo di “carbon neutrality” entro il 2030; Samsung, in Cina, Europa e USA utilizza il 100% di energia rinnovabile mentre, entro il 2050, Microsoft ha intenzione di eliminare dall’ambiente tutto il carbonio che l’azienda ha emesso (direttamente o attraverso i propri dispositivi) da quando è stata fondata nel 1975. Inoltre, i maggiori produttori di device si stanno muovendo verso l’utilizzo di materiali riciclati e a basso impatto. Infine sono già state sviluppate tecnologie che permettono di utilizzare il calore prodotto dai data center per riscaldare gli edifici nelle loro prossimità.

Internet può (anche) aiutarci a ridurre l'impatto ambientale?

Si, ed è importante riconoscere come Internet abbia avuto un impatto positivo: grazie alle nuove tecnologie, infatti, oggi abbiamo a disposizione degli strumenti che ci permettono di avere un minor impatto sull’ambiente.

Google è un esempio: alla fine del 2018 l’azienda ha lanciato Environmental Insights Explorer uno strumento online che aiuta le amministrazioni comunali a stimare la loro “carbon footprint”, o l’impronta ecologica, incrociando i dati delle emissioni provenienti dal traffico su strada raccolti tramite Google Maps e dalle stime sui consumi energetici dei palazzi. Lo strumento usa anche sistemi di intelligenza artificiale, grazie ad un altro progetto di Google “Project Sunroof” (disponibile solo per gli USA al momento) che analizza immagini dal satellite per determinare quali tetti siano idonei per l’installazione di pannelli solari, così gli amministratori locali possono considerarla come opzione nei loro piani ambientali. ⁣⁠
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Environmental Insights Explorer (disponibile anche per alcune aree in Europa, Africa, Sud America, Oceania e Asia) è anche in grado di dare dei suggerimenti su quali strategie adottare per ridurre le emissioni a seconda delle circostanze, come introdurre zone a traffico limitato nel centro di Glasgow, o passare a lampadine LED in tutte le case e uffici pubblici a Budapest.

Chiunque lavori per o con un’amministrazione locale può richiedere che la sua città venga inclusa nel database!

 

 

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Sempre Google, per aiutare le città a piantare più alberi mitigando così le conseguenze delle emissioni, ha anche lanciato un tool digitale chiamato Tree Canopy Lab. È un portale che funziona proprio come Google Maps, solo che al posto di indicare strade e vie permette di vedere quali sono le zone più ricche di verde urbano e quelle dove sarebbe meglio piantare più alberi. Al momento Tree Canopy Lab è attivo solo a Los Angeles, ma per coinvolgere sempre più città, Google ha pubblicato un form online da compilare, che aiuterebbe a scegliere le prossime città dove estendere il servizio.

Oltre a Google, in generale Internet ci ha dato l’opportunità di sviluppare le videoconferenze che sono state un’importante rivoluzione. Queste, infatti ci permettono di evitare lunghi viaggi in aereo e, di conseguenza, di risparmiare grandi quantità di CO2. In ogni caso, buone pratiche come spegnere la videocamera durante le call se non è strettamente necessaria o archiviare in cloud solo ciò che effettivamente non possiamo mantenere in locale possono ulteriormente ridurre il nostro impatto e aiutarci a vincere la sfida della crisi climatica.

 

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