Verde urbano

Quanto verdi sono le città in cui viviamo?

Team Will Media
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#sostenibilità

In Italia la perdita di spazi verdi nelle nostre città potrebbe avere un impatto negativo sull’economia compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro entro il 2030

L’essere umano si sta spostando sempre di più nelle aree urbane, tanto che secondo le Nazioni Unite nel 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà all’interno delle città. L’aumento delle città porta alla necessità di costruire dei centri abitati che siano più sostenibili, con infrastrutture moderne, a misura d’uomo e capaci di garantire una qualità di vita migliore per i cittadini. Obiettivo che è raggiungibile anche attraverso la creazione di aree verdi.

Quali sono le città più verdi in Italia?

In Italia la copertura media di spazio verde è circa del 35%. La città con più verde urbano per abitante è Matera con 995 mq per abitante, seguita poi da Trento (con 400 mq) e Rieti (con 337 mq).

Classifica delle città in Italia con più verde urbano

Tra le città che investono maggiormente nel verde urbano troviamo Milano, che investe 37,65 euro per abitante, Bologna con 30 euro per abitante, Torino 24,6 euro, mentre Roma e Napoli sono le grandi città che spendono meno: rispettivamente 23,72 e 18,31 euro per abitante.

I vantaggi del verde urbano

Quando si parla di verde urbano ci si riferisce a tutte le aree, più o meno estese, che sono il polmone verde delle città, come parchi, giardini, viali alberati, giardini scolastici e anche verde privato.

Oltre ai benefici sulla qualità della vita, il verde urbano fornisce molti vantaggi ambientali come il filtraggio dell’aria, la micro-regolazione del clima, la creazione di isole acustiche naturali, il drenaggio delle acque piovane e la conservazione della biodiversità.

Non investire negli spazi verdi delle città, quindi, non solo comporta delle perdite in termini di salute umana ed ambientale, ma è anche economicamente svantaggioso. Ispra stima che la diminuzione degli spazi verdi e, più in generale, la perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo potrebbe avere un impatto molto negativo sulla nostra economia: entro il 2030 potremmo perdere tra gli 81 e i 99 miliardi di euro. Questo proprio perché il suolo non sarebbe vivo a sufficienza da garantire la sua produttività agricola, la sua capacità di assorbimento di acqua piovana e di CO2. Questo, conseguentemente, significa meno cibo, più inondazioni e più gas serra presenti nell’atmosfera.

Anche per queste ragioni, il governo ha deciso di muoversi sul fronte della rigenerazione urbana. A dicembre 2021, con la firma del ministro della Transizione ecologica Cingolani, si è raggiunto il primo punto di svolta di una delle linee di intervento previste nella missione 2 del PNRR, quella dedicata alla rivoluzione verde e transizione ecologica (che nel complesso ha ricevuto circa 70 miliardi dal totale del PNRR compresi i fondi complementari).

Con il via all’investimento “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” per cui sono previste risorse pari a 330 milioni di euro, le 14 città metropolitane italiane vedranno così crescere nuove aree verdi con la “messa a dimora” di 1,6 milioni di alberi nel 2022 e i restanti 5 milioni nel 2024.

Abbiamo troppo cemento?

Sebbene il governo punti ad aumentare il verde urbano delle nostre città, le quantità di cemento rimangono comunque estremamente elevate. Basti pensare che oggi, per ogni italiano ci sono circa 360 mq di cemento; negli ani ’50 erano 160.

Per dare un ulteriore termine di paragone, nel 2019 a Roma sono stati cementificati 183 ettari di suolo, pari a più di 73 Colossei. Negli ultimi decenni la città ha subito una forte crescita urbanistica che ha portato a un aumento delle aree edificate, che non si è fermata neanche con la pandemia.

Nel 2020, secondo il Rapporto Ispra del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, dopo Verona e Brescia, Roma era la città città record per ettari di nuovo suolo artificiale: 183 in più à rispetto all’anno precedente. Nonostante il verde pubblico a disposizione dei cittadini romani sia tra i più estesi in Europa, il Dipartimento Tutela Ambientale nel 2020 misura 1.594 aree verdi per un totale di circa 46 chilometri quadrati di verde, l’1% in meno rispetto al 2019.

Questa eccessiva cementificazione e il conseguente degrado del suolo hanno causato un aumento dell’inquinamento, una diminuzione della capacità di permeabilizzazione e una grande perdita di biodiversità.

Quali sono le città più verdi del mondo?

Sebbene le foreste ricoprano circa il 31% della superficie terrestre, per un totale di 4 miliardi di ettari, le aree urbane stanno diventando sempre più grandi e popolose. Per questo sempre più città si stanno impegnando per aumentare gli spazi verdi delle loro città

Secondo un’analisi del Mit e del World Economic Forum, in cima alla classifica c’è Tampa, in Florida con il 36% del suo territorio coperto da verde. La città statunitense è seguita da Singapore, con il 29%, Oslo, 28,8% e da Vancouver, 26%. 

Secondo uno studio dell’Istituto per la Salute Globale di Barcellona condotto in oltre 1.000 città, potremmo prevenire fino a 43.000 decessi prematuri all’anno se le città rispettassero le raccomandazioni dell’Oms in merito alla vicinanza tra case e spazi verdi. Più alberi in città, infatti, significano un’aria più pulita perché grazie alla loro presenza si riducono i livelli di Pm2.5, ovvero delle particelle di particolato fine presenti nell’atmosfera generate dalla combustione dei motori. 

Classifica delle città più verdi del mondo
Come riportare il verde nelle nostre città: nature-based solutions

Come evidenzia l’ultimo report dell’IPCC, l’aumento nella popolazione urbana è un ulteriore fattore di rischio per la sicurezza delle città, già molto toccate dalle conseguenze del cambiamento climatico come l’aumento delle temperature, l’intensificarsi delle piogge e l’innalzamento del livello del mare. Dall’altra parte i centri urbani sono per loro natura aggregatori di talenti e diversità e grazie a queste due caratteristiche è in città che spesso nascono discussioni politiche e idee di business per trovare soluzioni alla sfida climatica.

Tra le politiche più efficaci per adattarsi al clima che cambia e ridurre il rischio per la sicurezza umana ci sono le nature-based solutions, ovvero soluzioni che utilizzano le proprietà degli elementi naturali e degli ecosistemi per risolvere sfide economiche e sociali. L’idea dietro questo concetto è di assecondare i processi naturali, agevolando la biodiversità a fare quello che sa fare meglio: regolare la temperatura e l’equilibrio generale del Pianeta.

Le piante ad esempio sono tra le soluzioni più efficaci in assoluto per risolvere molti dei problemi che affliggono le città: mitigano la temperatura, purificano l’aria dagli agenti inquinanti, trattengono acqua, hanno effetti positivi sulla salute mentale delle persone e contribuiscono a creare nuovi posti di lavoro.

Siamo abituati a pensare al verde urbano come luogo di svago e diamo per scontata l’importanza di piante e della biodiversità tutta sulla nostra salute.

Come mostriamo in questo post, a volte la soluzione non è inventare nuovi strumenti ma cambiare prospettiva verso quelli, incredibilmente efficaci, che abbiamo già.

Esempio di nature based solution: Giardini e boschi verticali Giardini e boschi verticali
Esempio di nature based solution: Piazze dell'acqua
Esempio di nature based solution: Tetti verdi
Esempio di nature based solution: Orti urbani
Esempio di nature based solution: Corridoi verdi
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Per approfondire

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Ascolta la puntata “Rigenerazione urbana e placemaking” del nostro podcast Città

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