Oh, poveri giovani!
In Italia il gap salariale tra generazioni, cioè la differenza di stipendio tra giovani e anziani, è raddoppiato negli ultimi 30 anni
Se nel 1985 chi aveva 35 anni guadagnava circa il 20% in meno di chi aveva 55 anni, oggi il divario salariale è arrivato al 40%
Oggi i dipendenti anziani rappresentano la fascia dominante sul mercato in Italia. Se nel 1985 l’età media dei lavoratori era di circa 35 anni, nel 2019 era salita a circa 42
I motivi sono diversi e vanno dal calo della natalità, all’aumento della speranza di vita, fino all’età pensionabile sempre più alta
Il fatto che i lavoratori anziani occupino le posizioni più remunerative più a lungo, rallenta la carriera dei giovani spingendoli a cambiare lavoro frequentemente
Eppure spostarsi in una nuova azienda non migliora la situazione: rispetto al 1985, infatti, oggi cambiare lavoro paga il 20% in meno
L’altra faccia della medaglia è l’aumento dei bambini italiani nati all’estero, cioè i figli dei cittadini italiani che lasciano l’Italia. Dal 2006 a oggi sono cresciuti del 167%
L’emigrazione dei giovani italiani non viene compensata dall’immigrazione. I cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia sono circa 5 milioni, mentre gli italiani all’estero sono quasi 6 milioni