Un’industria da cani
In alcuni regolamenti municipali Usa il termine «padrone» di animale è stato sostituito da «custode». E sempre più aziende usano nel loro marketing il termine «pet parents»: «genitore di un animale».
Con le loro 500 mila tonnellate di cibo l’anno, 14 milioni di cani e gatti alimentano un mercato, quello del Pet food, che vale più di 2 miliardi di euro.
«I nostri antenati non si preoccupavano della qualità della vita dei loro cani. La nostra generazione sì. Un sacco di clienti spendono più per il loro cane che per loro stessi».
Solamente negli Usa la spesa per gli animali è cresciuta di circa il 5% ogni anno dal 2008, arrivando a 143 miliardi nel 2020. Più del Pil dell’intera Ucraina.
La gara tra i colossi è a chi riesce a proporre i prodotti più innovativi. Tra i più promettenti finora, le lettiere autopulenti per i gatti, il pettine elettronico per la pulizia del pelo e i collari con il gps.
Vista la crisi, molte associazioni chiedono l’introduzione di agevolazioni fiscali: come l’iva agevolata su prodotti come le crocchette o una maggiore detraibilità per le spese mediche.