La Festa della mamma (disoccupata)
Tra marzo 2020 e marzo 2021, gli uomini italiani che hanno perso il lavoro sono stati 188 mila. Le donne quasi il doppio: 377 mila.
Anche la lenta ripresa è divisa per genere. A marzo gli occupati uomini sono cresciuti di +51 mila unità. Le donne, sono diminuite di -17mila unità.
Durante la pandemia l’occupazione femminile italiana è scesa di -1,3 punti percentuali al 48%. Quella maschile, di «appena» 0,7 punti.
Un maggiore accesso femminile al mercato del lavoro, che ne innalzasse il tasso di occupazione all’obiettivo del 60% si assocerebbe a un Pil più elevato del 7%.
Fonte: Bankitalia
Il cambiamento passa anche dalla cultura aziendale. Nel 2019, appena 1 richiesta di part time su 5 presentata da lavoratori con figli piccoli è stata accolta. E così a dimettersi sono state 37 mila lavoratrici dopo la gravidanza.
Nel Global Gender Gap del 2020 (dove primeggiano Islanda, Finlandia e Norvegia) l’Italia ha guadagnato 13 posizioni, ma si trova ancora tra i peggiori: al 63esimo posto su 156 Paesi.
Secondo il World Economic Forum, per colmare il gender gap economico servirà una generazione in più del previsto: per l’esattezza 268 anni. Possiamo e dobbiamo fare meglio.