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«In Egitto non esistono prigionieri politici»
Al-Sisi, Presidente dell’Egitto
Nelle carceri egiziane vivono il doppio dei 55 mila reclusi dichiarati dal governo, secondo l’Alto commissariato per i diritti umani.
I casi di tortura nelle prigioni e le sparizioni ammonterebbero a 3-4 casi al giorno.
I dissidenti politici sarebbero costantemente presi di mira dai secondini, vivrebbero fino a 23 ore al giorno in isolamento e si vedrebbero negate le cure sanitarie.
Nel 2020 l’export italiano verso l’Egitto ammontava a 3 mld € (+27%).
La vicenda Regeni rimane invece ferma al palo. Il 14 ottobre la corte d’Assise di Roma ha stabilito che il processo ai 4 agenti egiziani accusati di tortura e omicidio si può fare: manca la notifica degli atti, perché gli indagati sono irreperibili.
Al-Sadat, nipote del presidente, si è detto convinto che il Cairo voglia prendere una nuova strada. Al-Sisi ha infatti scelto di non estendere lo stato di emergenza: una misura che dal 2017 permette al regime di reprimere i dissidenti.