Ecco perché bere acqua del rubinetto non fa male alla salute
In Italia l’acqua del rubinetto è tra le migliori in Europa in termini di purezza
L’acqua è forse la risorsa più preziosa che abbiamo ma, paradossalmente, è una delle risorse naturali meno conosciute e tutelate. Non solo nel mondo i consumi d’acqua (dolce) sono aumentati di circa sei volte dal 1900, ma i cambiamenti climatici hanno una relazione sempre più stretta con questa risorsa: il 74% dei disastri naturali, infatti, è legato all’acqua. Questo non solo significa perdite economiche ed ambientali, ma anche perdite di vite umane: negli ultimi 10 anni si contano 55.000 morti e 103 milioni di persone colpite da inondazioni nel mondo.
E noi italiani? Che rapporto abbiamo con l’acqua? I dati presentati dal report “Community Valore Acqua per l’Italia” di The European House Ambrosetti ci mettono davanti a un paradosso: in Italia l’acqua del rubinetto è tra le migliori in Europa in termini di purezza, ma continuiamo a essere primi a livello europeo per consumo di acqua in bottiglia.
I paradossi riguardo i nostri consumi d’acqua sono davvero molti:
- Primo fra tutti, due persone su tre sottostimano il proprio consumo giornaliero: ognuno di noi, ogni giorno, consuma circa 220 litri. Ciò nonostante pensiamo di consumarne molta meno.
- Il secondo paradosso è che noi italiani siamo convinti che l’acqua del rubinetto non sia pulita e quindi tendiamo a non berla. Eppure, come dimostrano i dati, l’acqua che arriva dai nostri rubinetti è tra le pulite in Europa.
- Il terzo paradosso è che nonostante paghiamo circa 85 euro in un anno di bolletta d’acqua, 9 persone su 10 pensano di pagare una bolletta molto più alta di quella che realmente pagano.
A disincentivare ulteriormente il consumo di acqua pubblica nel nostro Paese sembrano essere principalmente due fattori:
- le notizie di cronaca sull’acqua contaminata
- il sapore non sempre neutro
Se per il primo fattore si tratta di fenomeni circoscritti e immediatamente regolati da ordinanze pubbliche che avvertono del problema, per il secondo esistono già soluzioni pratiche e convenienti: acquistare una caraffa filtrante o filtri applicabili direttamente al rubinetto, oppure rifornirsi da una “casa dell’acqua“.
Le case dell’acqua sono una soluzione che si è diffusa negli ultimi 10 anni in diversi Comuni italiani e il servizio che offrono è semplice: erogare in modo gratuito per i residenti acqua pubblica ulteriormente filtrata, naturale o frizzante.
Le persone che utilizzano le case dell’acqua spesso non si fidano o non amano il sapore dell’acqua del rubinetto e utilizzano quindi questo servizio, dove c’è la stessa acqua di casa ma ulteriormente depurata, così da avere un sapore neutro e un colore trasparente.
Se da una parte, quindi, è utile informarci meglio sui nostri fornitori, e tenere sotto controllo le tubature di casa, dall’altra per essere sostenibili un primo passo importante è imparare a fidarci di più dell’acqua del rubinetto.
Un altro mito da sfatare riguardo l’acqua è che l’acqua che esce dai nostri rubinetto provochi i calcoli renali.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, è una falsa convinzione pensare che bere l’acqua del rubinetto – anche quella ad elevato residuo fisso, vale a dire ricca di sali di calcio e magnesio – possa favorire la formazione di calcoli renali.
La concentrazione di calcio presente nell’acqua potabile di casa non provoca, infatti, un aumento di calcoli renali: questa è una falsa credenza che ci portiamo dietro da anni.
In questo video, la nostra Luna ci racconta perché lo pensiamo e, soprattutto, perché dobbiamo sfatare questo mito:
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