Perché le diete non funzionano?
L’industria delle diete vale 254 miliardi di dollari a livello globale. Ma per la scienza le diete restrittive non funzionano
Secondo alcuni sondaggi recenti, circa la metà degli italiani segue una dieta dimagrante. Dall’inizio della pandemia, infatti, il numero di chi cerca di perdere peso sarebbe triplicato.
Eppure decine di studi dimostrano che le diete, soprattutto quelle più restrittive e che hanno come solo obiettivo la perdita di peso, non funzionano. Anzi: compromettono il nostro rapporto con il cibo e con il nostro corpo.
Man mano che è cresciuta l’industria delle diete, sono cresciuti anche i problemi di salute che le stesse diete promettono di risolvere. Per esempio, contrariamente ai continui sforzi dimagranti, continua ad aumentare l’incidenza di obesità nel mondo.
E negli ultimi vent’anni la percentuale di persone colpite da un disturbo alimentare è più che raddoppiata: dal 3,5% al 7,8% della popolazione mondiale. Complice anche l’industria delle diete.
Ma perché le diete non funzionano?
Queste sono alcune delle ragioni per cui, secondo diversi studi scientifici, le diete troppo restrittive non ci fanno perdere peso nel lungo periodo, compromettendo nel frattempo anche il rapporto con il nostro corpo.
1. Contiamo le calorie, che non sono così facili da calcolare
Ogni corpo elabora le calorie in modo diverso, per via della genetica e dei microbi presenti nel nostro intestino. Le etichette sugli alimenti possono sottostimare le calorie fino al 20% (per alcuni alimenti surgelati trasformati si arriva fino al 70%).
2. Eliminiamo carboidrati o grassi, ma questo funziona solo in un arco limitato di tempo
Un’analisi condotta su 14 diete famose ha concluso che:
• Le diete aiutano a perdere peso e ridurre i rischi di malattie cardiovascolari entro i primi 6 mesi
• Dopo 12 mesi, gli effetti positivi in gran parte scompaiono
3. Seguire una dieta restrittiva compromette il nostro rapporto con il cibo e con i segnali del nostro corpo
Prima di iniziare una dieta, o appena dopo averla sgarrata, finiamo per mangiare molto di più di quanto il nostro corpo avrebbe bisogno. Gli esperti hanno due nomi per riferirsi a questo atteggiamento:
• “Last-supper effect“: l’idea che, in attesa di iniziare una dieta, si possa mangiare quello che si vuole
• “What the hell”: l’idea che, una volta sgarrata la dieta, si possano “mandare al diavolo” le restrizioni autoimposte
4. L’effetto yo-yo è peggio per la salute di un lieve sovrappeso
I pazienti il cui peso oscilla rischiano di sviluppare più malattie cardiovascolari rispetto a chi mantiene un peso stabile, seppur leggermente sovrappeso
5. Non ci rivolgiamo a professionisti della nutrizione
Il 23% degli italiani che ha iniziato una dieta nel 2020 non si è rivolto a un esperto, mentre circa il 50% si dichiara competente grazie alle informazioni che ricava su media e libri.
Nonostante siano studi diversi, la scienza concorda sul fatto che prima di iniziare una dieta, bisogna porsi le giuste domande:
- Ne abbiamo davvero bisogno o lo stiamo facendo per raggiungere qualche ideale irraggiungibile e malsano?
- Saremmo in grado seguire quella dieta per tutta la vita?
In questo approfondimento la nostra Silvia Lazzaris ci racconta la storia delle diete, come sono evolute nel tempo e come hanno inevitabilmente cambiato anche le nostre abitudini alimentari. Mettendo in luce le forti contraddizioni dietro al mercato delle diete, Silvia ci racconta come la scienza smentisce che le diete, soprattutto quelle molto restrittive, funzionano.