È come il divieto di uscire nelle ore calde, e la raccomandazione di bere molta acqua. È l’argomento da tirare fuori nel dibattito politico, buono per una discussione estenuante e che si sa già porterà difficilmente a qualcosa. Ma che ha il pregio di tirare fuori molti neologismi: Porcellum, Rosatellum, Italicum, Mattarellum, Germanicum.
È la «riforma elettorale»: La politica ne parla, i giornali la riprendono, e poi, passate le elezioni, quasi tutti se ne dimenticano. Un ciclo alla volta.
Quando si parla di “legge elettorale”
Numero di articoli con la formula “legge elettorale” apparsi tra il 2006 e il 2022 sui principali giornali italiani.
#articoli
Cade il governo Prodi. Si va alle elezioni del 2008
La Corte Costituzionale boccia il Porcellum
Un referendum boccia la riforma costituzionale di Renzi
Con la nuova legge costituzionale, i parlamentari passano da 945 a 600
Quando si parla di “legge elettorale”
Numero di articoli con la formula “legge elettorale” apparsi tra il 2006 e il 2022 sui principali giornali italiani.
#articoli
Cade il governo Prodi. Si va alle elezioni del 2008
La Corte Costituzionale boccia il Porcellum
Un referendum boccia la riforma costituzionale di Renzi
Con la nuova legge costituzionale, i parlamentari passano da 945 a 600
La legge elettorale è quella legge che regola come trasformare i voti espressi dai cittadini in posti in Parlamento. Da sempre è chiamata a mediare tra due bisogni della democrazia: quello della rappresentatività, per rappresentare in Parlamento il maggior numero di partiti e quindi di elettori. E quello della governabilità, per far sì che il partito più votato abbia la maggioranza e possa governare. Una legge che garantisce soltanto la prima traducendo automaticamente i voti in seggi senza soglie di sbarramento, correttivi o piccoli premi di maggioranza, rischia di partorire un Parlamento molto frammentato e costantemente in di stallo. Una che garantisce solo la seconda, dando il pieno controllo del Parlamento al partito che abbia vinto anche solo di un voto a scapito di quelli più piccoli, rischierà di partorire un Parlamento meno rappresentativo delle diverse scelte politiche e priorità della popolazione.
Dal secondo dopoguerra in poi, la Germania ha cambiato il suo sistema di voto 0 volte. L’Italia, almeno 6. E non ha ancora finito…
È il 1946. L’Italia è uscita dalla guerra, ha finito di essere una monarchia e si prepara alle prime elezioni repubblicane della sua storia. La Consulta nazionale approva la legge elettorale che – salvo la piccola parentesi della “legge truffa” del 1953 che si applicherà solo un’elezione – regolerà il Parlamento per i successivi 50 anni. Si tratta di una legge per lo più proporzionale e con le preferenze, perché al momento del voto gli elettori possono scrivere la preferenza per i politici che gli piacciono di più e che vogliono inviare in Parlamento. Il proporzionale ha un effetto collaterale: favorisce le ammucchiate. Il partito più votato, la Democrazia Cristiana, non riesce mai a ottenere la maggioranza assoluta ed è costretto ad allearsi con partiti e partitini. Con buona pace della stabilità. Tra il 1948 e il 1994, in Italia si alternano 47 governi. In media, uno l’anno.
Il proporzionale ha un difetto: non garantisce stabilità. Tra il 1948 e il 1994, in Italia si alternano 47 governi. In media, uno l’anno. Per ovviare al problema, si ipotizza di inserire un premio di maggioranza: la coalizione che vince anche solo di un voto, riceve una fetta di seggi superiore a quella che rappresenta gli effettivi voti ricevuti per garantire al nuovo governo una maggiore stabilità.. E così si cambia. Nel 1993, entra in vigore il Mattarellum, che viene usato per tre elezioni.
2005. LA LEGGE “PORCATA”
Nel 2005, con le elezioni alle porte, l’Italia cambia nuovamente legge elettorale. Il governo di Silvio Berlusconi cambia le carte in tavola. Arriva il Porcellum, dal nome datogli dallo stesso Roberto Calderoli. Ma non funziona: per anni si susseguono nuovamente governi formati da diversi partiti, più o meno lontani tra loro.
“Questa legge è una porcata”
Nel 2005, con le elezioni alle porte, l’Italia cambia nuovamente legge elettorale. Il governo di Silvio Berlusconi cambia le carte in tavola. Arriva il Porcellum, dal nome datogli dallo stesso Roberto Calderoli. Ma non funziona: per anni si susseguono nuovamente governi formati da diversi partiti, più o meno lontani tra loro.
“Questa legge è una porcata”
Dopo il Porcellum e le elezioni del 2006, nel dibattito pubblico ricominciano le discussioni su una nuova legge elettorale italiana.
2007-2008
Tra il 2007 e il 2008 inizia il primo grande dibattito attorno alla legge elettorale. Quella in vigore, definita dal suo stesso ideatore “una porcata”, è inadatta al Paese. E secondo molte associazioni è “a rischio incostituzionalità”. Lo stesso ex Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, dice: “Questa legge calpesta la Costituzione”.
Al potere, dal 2006, c’è un governo di centrosinistra formato da una serie di partiti. La maggioranza è risicata e traballante. La caduta del governo è sempre dietro l’angolo, e quindi anche le nuove elezioni. Bisogna fare in fretta: cambiare la legge elettorale prima del ritorno alle urne. I partiti iniziano a parlare di “corsia d’urgenza”. Parlano di tavoli di confronto, di accelerazioni.
Si danno come obiettivo di approvare una nuova legge addirittura entro il 25 luglio 2007. “È una missione difficile”, dice sicuro il presidente della Commissione Affari costituzionali citando un film con Tom Cruise, “ma non è una impossibile”. Ma poi, il 24 gennaio 2008, il Governo di centrosinistra capeggiato da Romano Prodi, che già si reggeva su una maggioranza risicata, si sgretola: uno dopo l’altro, ritirano l’appoggio al governo diversi esponenti dei partiti minori, che tra le altre cose temono l’approvazione di una legge elettorale maggioritaria, che finirebbe per farli scomparire dal Parlamento. Il Presidente della Repubblica Napolitano scioglie le Camere. Si torna al voto. E la riforma della legge elettorale torna nel dimenticatoio.
L’apice si raggiunge nel gennaio 2008. Solo in quel mese, sui quotidiani italiani escono 40 articoli che parlano di una riforma elettorale “urgente”, di una riforma che deve essere “condivisa” e per cui siamo “all’ultima possibilità”.
A gennaio 2008, gli articoli che contenevano le parole “legge elettorale” + “urgente” sono 40. Più di uno al giorno.
Numero di articoli con la parola “legge elettorale” + “maggioritario”, “urgente” o “coesione” apparsi tra il 2006 e il 2009 sui principali giornali italiani.
coesione maggioritario urgente
Scadono i termini per l’approvazione della legge elettorale. Il dibattito si spegne
A gennaio 2008, gli articoli che contenevano le parole “legge elettorale” + “urgente” sono 40. Più di uno al giorno.
Numero di articoli con la parola “legge elettorale” + “maggioritario”, “urgente” o “coesione” apparsi tra il 2006 e il 2009 sui principali giornali italiani.
coesione maggioritario urgente
Scadono i termini per l’approvazione della legge elettorale. Il dibattito si spegne
Per quasi 10 anni successivi al 2005, la politica italiana non riesce a cambiare la legge elettorale “porcata”.
La seconda ondata: fine 2013-inizio 2014
Nel 2013, mentre continua lo stallo, la Corte Costituzionale dichiara “incostituzionale” parte della legge. Il Parlamento deve cambiarla. Ricomincia il dibattito.
2013-2014
Nel 2013 si tengono nuove elezioni. Non c’è nessun vincitore chiaro. E il quadro politico italiano, con il boom del Movimento 5 Stelle, da adesso non è più bipolare. A Palazzo Chigi, dopo una serie di mediazioni fallite, va il leader del Pd Enrico Letta. Che presto viene sostituito come Presidente del Consiglio dal suo collega di partito Matteo Renzi. Tocca a lui rovare una nuova legge elettorale dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato il Porcellum.
Sono direttamente Matteo Renzi, capo del Pd, e Silvio Berlusconi, capo del centrodestra, a trattare tra loro per creare una nuova legge, stringendo quello che i giornali chiamano “Il Patto del Nazareno”. Quello che ne viene fuori è uno dei tanti neologismi nati in questi anni: l’Italicum.
A gennaio 2014 nuovo picco: centrosinistra e centrodestra raggiungono l’accordo sulla nuova legge elettorale, che si chiamerà Italicum.
Numero di articoli con la parola “legge elettorale” + “maggioritario”, “urgente”, “coesione” o “rinviata” apparsi tra il 2013 e il 2014 sui principali giornali italiani.
coesione maggioritario urgente rinviata
L’Italicum arriva in discussione alla Camera
A gennaio 2014 nuovo picco: centrosinistra e centrodestra raggiungono l’accordo sulla nuova legge elettorale, che si chiamerà Italicum.
Numero di articoli con la parola “legge elettorale” + “maggioritario”, “urgente”, “coesione” o “rinviata” apparsi tra il 2013 e il 2014 sui principali giornali italiani.
coesione maggioritario urgente rinviata
L’Italicum arriva in discussione alla Camera
E così a partire dal 2015 l’Italia si ritrova con l’Italicum. Ma c’è un problema: il governo di centrosinistra di Matteo Renzi sta discutendo diverse riforme che vogliono cambiare l’assetto istituzionale dell’Italia. Tra queste c’è la riforma costituzionale. Tra le altre cose la riforma supera il bicameralismo perfetto (quindi la Camera e il Senato fanno cose diverse) e abbassa il numero dei parlamentari. Riforma elettorale e costituzionale viaggiano su due binari paralleli: l’una non può esistere senza l’altra. E così, quando la riforma costituzionale di Renzi cade al Referendum del 2016, cade anche la Riforma elettorale dell’Italicum. Per capirci: l’Italicum valeva solo per la Camera. Non aveva preso in considerazione il Senato perché, nei piani del governo, una volta passata la riforma costituzionale il Senato non sarebbe stato più eletto dai cittadini.
E così nel 2016, quando la riforma costituzionale viene bocciata dal referendum, l’Italia si ritrova con due leggi elettorali pasticciate.
Per la Camera, quel che resta dell’Italicum: una legge con un premio di maggioranza che da alla coalizione vincente il 54% dei seggi in Parlamento, proprio per garantire la governabilità.
Per il Senato, arriva il cosiddetto “Consultellum”. Ricordate il Porcellum bocciato dalla Corte costituzionale (ovvero la Consulta…)? Visto che non ci può essere un vuoto legislativo, in caso di elezioni al Senato varrà quel che resta del Porcellum, depurato dalle parti ritenute incostituzionali dalla Consulta. Un pasticcio. E giochi ancora da rifare.
La terza ondata: metà 2017
Nel maggio 2017 vengono pubblicati 247 articoli sulla legge elettorale in discussione, chiamata Rosatellum.
Numero di articoli con la parola “legge elettorale” apparsi tra il 2016 e il 2018 sui principali giornali italiani.
#articoli
La Camera discute il Rosatellum
Nel maggio 2017 vengono pubblicati 247 articoli sulla legge elettorale in discussione, chiamata Rosatellum.
Numero di articoli con la parola “legge elettorale” apparsi tra il 2016 e il 2018 sui principali giornali italiani.
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La Camera discute il Rosatellum
Passano gli anni. Nel 2018 l’Italia deve tornare alle elezioni. E così, i partiti cambiano ancora. A fine anno il Parlamento approva il Rosatellum-bis, dal nome del parlamentare Ettore Rosato, la legge attualmente in vigore.
La quarta ondata: autunno 2019
A ottobre 2019 viene ridotto a 600 il numero dei parlamentari. Serve una nuova legge elettorale, che ritorna nell’agenda del dibattito con 150 articoli.
Numero di articoli con la parola “legge elettorale” apparsi tra il 2018 e il 2020.
#articoli
Il Parlamento discute una riforma che abbassa il numero dei parlamentari. Serve una nuova legge elettorale
A ottobre 2019 viene ridotto a 600 il numero dei parlamentari. Serve una nuova legge elettorale, che ritorna nell’agenda del dibattito con 150 articoli.
Numero di articoli con la parola “legge elettorale” apparsi tra il 2018 e il 2020.
#articoli
Il Parlamento discute una riforma che abbassa il numero dei parlamentari. Serve una nuova legge elettorale
Ancora negli ultimi due anni, i nomi per un nuovo sistema elettorale non sono mancati. C’è chi parla di Germanicum, chi di Brescellum, chi di Rosatellum. A adesso, rieccoci qui. A un anno dalla scadenza della legislatura e da nuove elezioni, l’Italia non ha ancora sciolto il nodo della legge elettorale. Con il sistema attuale – e un quadro politico molto frammentato – è possibile che anche dopo le prossime elezioni non uscirà in Parlamento una maggioranza qualificata.
Difficile tra l’altro che il Parlamento possa trovare un accordo su una nuova legge: nell’agenda del prossimo anno ci sono le elezioni, la pausa estiva, la sessione autunnale di bilancio, quindi il Pnrr e le riforme a esso collegate da ultimare prima della fine della legislatura. Insomma, una legge elettorale che metta d’accordo tutte le forze in campo è improbabile che si possa trovare prima delle prossime elezioni. Ma se ne parlerà ancora con il rischio che si faccia tanto rumore per nulla.
NOTA METODOLOGICA
I dati contenuti in questa pagina sono stati raccolti da L’Eco della Stampa esaminando gli articoli che contenevano la parola “legge elettorale” +”maggioritario”, “urgente”, “coesione” apparsi dal 2006 su una selezione di testate italiane.