In Italia è diventata la promessa politica per antonomasia: il Ponte sullo Stretto di Messina ha attraversato ogni epoca, governo e leader del Paese, generando polemiche, cambi di opinione e i famigerati studi di fattibilità.
È un tormentone talmente antico da lasciare le prime tracce nel 251 A.C. Secondo la storiografia di Plinio Il Vecchio, già il console romano Lucio Cecilio Metello fece realizzare un ponte fatto di barche e botti tra la Sicilia e la Calabria per agevolare il trasporto degli elefanti sottratti dai romani ai cartaginesi a Palermo.
Furono 142 elefanti, o 120 secondo alcuni, trasportati su zattere che Lucio Cecilio Metello aveva fissato su file unite di botti
In Italia è diventata la promessa politica per antonomasia: il Ponte sullo Stretto di Messina ha attraversato ogni epoca, governo e leader del Paese, generando polemiche, cambi di opinione e i famigerati studi di fattibilità.
È un tormentone talmente antico da lasciare le prime tracce nel 251 A.C. Secondo la storiografia di Plinio Il Vecchio, già il console romano Lucio Cecilio Metello fece realizzare un ponte fatto di barche e botti tra la Sicilia e la Calabria per agevolare il trasporto degli elefanti sottratti dai romani ai cartaginesi a Palermo.
Furono 142 elefanti, o 120 secondo alcuni, trasportati su zattere che Lucio Cecilio Metello aveva fissato su file unite di botti
Sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia sia unita al Continente
Sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia sia unita al Continente
Il tormentone del Ponte sullo stretto sui giornali italiani dal 2006 ad oggi. Assieme a L’Eco della Stampa, Will ha analizzato gli articoli pubblicati in questi anni sui maggiori quotidiani nazionali italiani.
Nel grafico si notano 5 grandi ondate di discussioni sulla riforma elettorale:
#articoli
Il centrosinistra, salito al Governo, blocca il Ponte voluto dal precedente governo di centrodestra
Il centrodestra, salito al Governo, risblocca il Ponte bloccato dal centrosinistra
Il centrodestra spinge ancora per il Ponte
Il Ponte rilanciato da Renzi
Il Ponte viene rilanciato dal Governo Conte e poi da quello Draghi
Nel grafico il volume degli articoli contenenti il termine “ponte sullo stretto” + una di queste parole: “ultimato”, “pronto”, “rinascita”, “rilancio”, “necessario”, “fondamentale”, “urgente”, “spreco”, “inutile”.
Quotidiani analizzati: IlSole24Ore, Corriere della Sera, La Repubblica, Il Tempo, Il Fatto Quotidiano, La Padania, La Verita’, QN, Avvenire, L’Espresso, Panorama, Libero Quotidiano, Il Giornale, Il Messaggero, La Stampa
Nella prima metà del 900, è Mussolini a citare il Ponte sullo stretto in due occasioni, come opera da costruire dopo la guerra per rilanciare l’Italia. Ma la prima data da cerchiare per il rilancio del ponte è il 1969. Il Ministero dei Lavori Pubblici indice un primo “Concorso internazionale di idee” per collegare la Sicilia all’Europa. Vincono 6 progetti a pari merito: iniziano i famigerati “studi di fattibilità” per l’opera.
Il Ponte si farà entro il 1994
Il Ponte si farà entro il 1994
A metà anni ‘80, tutto sembra pronto per l’inizio dei lavori. Il presidente del Consiglio Bettino Craxi ha toni trionfali. «Alla fine dell’88 ci sarà l’apertura dei cantieri. Entro il 1998 avremo il ponte». L’Italia è in fermento, tanto da stuzzicare persino l’immaginazione di Walt Disney. Nel 1982 esce “Zio Paperone e il Ponte di Messina”, fumetto in cui il miliardario di Paperopoli si cimenta nella sfida di collegare Sicilia e Calabria in soli sei mesi.
Alla fine del 1988 inaugureremo i cantieri. Entro il 1998 avremo il ponte
A metà anni ‘80, tutto sembra pronto per l’inizio dei lavori. Il presidente del Consiglio Bettino Craxi ha toni trionfali. «Alla fine dell’88 ci sarà l’apertura dei cantieri. Entro il 1998 avremo il ponte». L’Italia è in fermento, tanto da stuzzicare persino l’immaginazione di Walt Disney. Nel 1982 esce “Zio Paperone e il Ponte di Messina”, fumetto in cui il miliardario di Paperopoli si cimenta nella sfida di collegare Sicilia e Calabria in soli sei mesi.
Alla fine del 1988 inaugureremo i cantieri. Entro il 1998 avremo il ponte
Anche Romano Prodi, all’epoca presidente dell’Iri e sostenitore dell’opera, promette che «i lavori per la costruzione cominceranno al più presto». Ma la progettazione va a rilento. E con lo scoppio di Tangentopoli nel 1992, la politica si ritrova a gestire una crisi finanziaria e di fiducia. Non è il momento per il lancio di grandi progetti. Il ponte finisce nel dimenticatoio per un decennio.
I lavori cominceranno al più presto, l'auto risparmierà 40 minuti, l'autocarro 35 e il treno 92
Anche Romano Prodi, all’epoca presidente dell’Iri e sostenitore dell’opera, promette che «i lavori per la costruzione cominceranno al più presto». Ma la progettazione va a rilento. E con lo scoppio di Tangentopoli nel 1992, la politica si ritrova a gestire una crisi finanziaria e di fiducia. Non è il momento per il lancio di grandi progetti. Il ponte finisce nel dimenticatoio per un decennio.
I lavori cominceranno al più presto, l'auto risparmierà 40 minuti, l'autocarro 35 e il treno 92
Nel 2001, dopo cinque anni di governo del centrosinistra, l’Italia torna al voto. A sfidarsi sono Francesco Rutelli, leader del centrosinistra, e Silvio Berlusconi, leader del centrodestra. Entrambi sostengono il ponte, seppure con diverso entusiasmo. Il primo lo indica più timidamente come soluzione per “rompere lo storico isolamento del Mezzogiorno”. Il secondo ne fa uno dei capisaldi della sua campagna elettorale. Alla fine del 2000 è ospite di Porta a Porta per firmare il suo “Contratto con gli italiani”, una sorta di patto scritto fondato su cinque promesse elettorali. Durante la trasmissione disegna su una cartina d’Italia le grandi opere da realizzare. Tra esse, c’è il Ponte sullo stretto, simbolo di rilancio della Sicilia.
Durante i 5 anni di governo del centrodestra, il Ponte viene inserito tra i 18 progetti europei prioritari da rendere operativi entro il 2020. Nel 2004 il ministro dei trasporti Pietro Lunardi si presenta trionfante a Parigi alla prima presentazione internazionale del progetto: “Lo possiamo dire con commozione, orgoglio e certezza: il ponte sarà realizzato”. Il bando per la realizzazione del ponte viene vinto dalla società Impregilo, che nel 2006 firma il contratto per la progettazione finale.
Il ponte di Messina questa volta si farà, lo garantiamo. Porremo la prima pietra nel 2004, e lo concluderemo entro il 2020
Durante i 5 anni di governo del centrodestra, il Ponte viene inserito tra i 18 progetti europei prioritari da rendere operativi entro il 2020. Nel 2004 il ministro dei trasporti Pietro Lunardi si presenta trionfante a Parigi alla prima presentazione internazionale del progetto: “Lo possiamo dire con commozione, orgoglio e certezza: il ponte sarà realizzato”. Il bando per la realizzazione del ponte viene vinto dalla società Impregilo, che nel 2006 firma il contratto per la progettazione finale.
Il ponte di Messina questa volta si farà, lo garantiamo. Porremo la prima pietra nel 2004, e lo concluderemo entro il 2020
Nel maggio 2006, dopo le elezioni vinte, il governo di centrosinistra blocca il Ponte sullo Stretto.
#articoli
Dopo le elezioni vinte, il governo di centrosinistra blocca il Ponte sullo Stretto
Il centrodestra non fa in tempo a ultimare l’avvio dei lavori nei suoi cinque anni di governo. E così nel 2006 il piano si blocca. Ci sono le elezioni quell’anno, che vengono vinte dal centrosinistra guidato da Romano Prodi. Il nuovo Presidente del Consiglio non è più un grande sostenitore del Ponte, diventato ormai un marchio di fabbrica del suo avversario. E così si ritorna a parlare del ponte, ma questa volta come di un’opera da bloccare. A gelare tutti è il nuovo ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, che senza giri di parole dice: “Il Ponte sullo Stretto è inutile e dannoso”.
Inizia il dibattito tra favorevoli e contrari. Il governo fa approvare una legge con cui stabilisce che il Ponte non è una priorità dell’esecutivo italiano, e rimanda ogni decisione definitiva sulla realizzazione dell’opera. Inizia la telenovela sulle penali da pagare alle società che hanno vinto i bandi, nel caso l’opera non si faccia: 300 milioni di euro.
Nel 2009, dopo le elezioni rivinte da Berlusconi, il numero degli articoli sul Ponte sullo stretto tocca il massimo degli ultimi 16 anni.
#articoli
Nel 2009, dopo le elezioni rivinte da Berlusconi, il numero degli articoli sul Ponte sullo stretto tocca il massimo degli ultimi 16 anni
Dopo appena due anni, il governo di centrosinistra di Romano Prodi cade. L’Italia ritorna al voto, Silvio Berlusconi ritorna al governo e il Ponte sullo stretto ritorna sui giornali. Subito dopo le elezioni, il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Altiero Matteoli conferma: “Il ponte si farà”. Di più: “I lavori per il Ponte inizieranno nel 2009”. L’opera, aggiunge Berlusconi tornato a Palazzo Chigi, “fa parte del corridoio europeo Berlino-Palermo. Avvieremo al più presto la costruzione”.
I lavori per il Ponte sullo stretto inizieranno nel 2009
Dopo appena due anni, il governo di centrosinistra di Romano Prodi cade. L’Italia ritorna al voto, Silvio Berlusconi ritorna al governo e il Ponte sullo stretto ritorna sui giornali. Subito dopo le elezioni, il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Altiero Matteoli conferma: “Il ponte si farà”. Di più: “I lavori per il Ponte inizieranno nel 2009”. L’opera, aggiunge Berlusconi tornato a Palazzo Chigi, “fa parte del corridoio europeo Berlino-Palermo. Avvieremo al più presto la costruzione”.
I lavori per il Ponte sullo stretto inizieranno nel 2009
Nel 2010, la Impregilo consegna finalmente il progetto definitivo del ponte. A essere incaricato di progettare le principali strutture è nientemeno che l’archistar Daniel Libeskind, ideatore del Museo ebraico di Berlino e del One World Trade Center di New York. Ancora una volta, però, il progetto viene accantonato. A dare una mazzata sono questioni tecniche e poi politiche: nel 2011 l’Unione Europea non include il Ponte sullo Stretto tra le grandi opere destinatarie dei fondi comunitari. Nello stesso anno il governo Berlusconi cade. Al governo nei successivi anni si avvicendano governi di larghe intese e guidati da figure più tecniche e non favorevoli al Ponte: Mario Monti, Paolo Gentiloni, Enrico Letta. È l’inizio della fine. La Camera impegna il governo a sopprimere i finanziamenti pubblici destinati all’opera, e nel 2012 il governo di Mario Monti annuncia di non voler proseguire con l’iter della realizzazione.
Nel 2013, la Stretto di Messina Spa, la società pubblica creata nel 1981, viene messa in liquidazione e il progetto decade. Il governo è costretto a pagare una penale di 300 milioni di euro alla Impregilo, la società che aveva vinto l’appalto per costruire il ponte.
Ma come ha scoperto un’inchiesta de L’Espresso, ancora nel 2021 la società continuava a costare soldi ai contribuenti italiani. La Stretto di Messina spa non ha più dipendenti o attività, ma non può essere completamente liquidata per il contenzioso ancora in corso con l’ex gruppo Impregilo, che chiede quasi 800 milioni di euro tra penali e contenzioso.
Ancora nel 2021 la società costava € 1.500 al giorno. Tra le spese ci sono i compensi del commissario liquidatore (€ 120 mila l’anno), quelli del collegio dei revisori, quello della società di revisione, le spese di “abbonamento alla banca dati fiscale” (€ 1.800 l’anno) e quello dell’abbonamento annuo al Sole 24 Ore (€ 269).
Nell’ottobre 2016 il Ponte sullo Stretto, ormai dimenticato, ritorna nell’agenda politica, dopo essere stato rilanciato dal premier di centrosinistra Matteo Renzi.
#articoli
Nell’ottobre 2016 il Ponte sullo Stretto, ormai dimenticato, ritorna nell’agenda politica, dopo essere stato rilanciato dal premier di centrosinistra Matteo Renzi
Il Ponte non è più solo una promessa di centrodestra. E infatti, nel 2016 a farlo ritornare sulla scena è l’allora presidente del Consiglio e leader del Partito democratico Matteo Renzi. Ospite anche lui di Bruno Vespa su Rai 1, annuncia che l’opera “si farà”. Poi, parlando a un’assemblea del gruppo Salini-Impregilo, dice ai costruttori: “Se siete pronti, lo facciamo”. Specie da sinistra, in molti protestano e ricordano al premier gli anni in cui era tra i più accesi avversari del ponte. Molti sui social ritirano fuori le parole che disse nel 2010: “Vogliamo un Paese che preferisca la banda larga al Ponte, che dica no al consumo di suolo”. Gli osservatori ironizzano e parlano di “Ponte verso la destra” di Renzi. Tradotto: l’annuncio del Ponte è un neanche troppo velato corteggiamento del premier nei confronti degli elettori tradizionalmente di centrodestra. Altri fanno notare come nelle promesse Renzi sia ancora più ottimista di Berlusconi. Il Cavaliere nel 2003 aveva parlato della creazione di “appena” “15 mila posti di lavoro”.
Il Ponte può creare 100 mila posti di lavoro. Noi siamo pronti
Il Ponte non è più solo una promessa di centrodestra. E infatti, nel 2016 a farlo ritornare sulla scena è l’allora presidente del Consiglio e leader del Partito democratico Matteo Renzi. Ospite anche lui di Bruno Vespa su Rai 1, annuncia che l’opera “si farà”. Poi, parlando a un’assemblea del gruppo Salini-Impregilo, dice ai costruttori: “Se siete pronti, lo facciamo”. Specie da sinistra, in molti protestano e ricordano al premier gli anni in cui era tra i più accesi avversari del ponte. Molti sui social ritirano fuori le parole che disse nel 2010: “Vogliamo un Paese che preferisca la banda larga al Ponte, che dica no al consumo di suolo”. Gli osservatori ironizzano e parlano di “Ponte verso la destra” di Renzi. Tradotto: l’annuncio del Ponte è un neanche troppo velato corteggiamento del premier nei confronti degli elettori tradizionalmente di centrodestra. Altri fanno notare come nelle promesse Renzi sia ancora più ottimista di Berlusconi. Il Cavaliere nel 2003 aveva parlato della creazione di “appena” “15 mila posti di lavoro”.
Il Ponte può creare 100 mila posti di lavoro. Noi siamo pronti
NOTA METODOLOGICA
I dati contenuti in questa pagina sono stati raccolti da L’Eco della Stampa esaminando gli articoli che contenevano il termine “ponte sullo stretto” + una di queste parole: “ultimato”, “pronto”, “rinascita”, “rilancio”, “necessario”, “fondamentale”, “urgente”, “spreco”, “inutile” apparsi su una selezione di testate italiane.